Sapienza, Laurea ad honorem alla Regina Rania di Giordania

Roma, 10 dicembre 2015.
La regina Rania di Giordania ha ricevuto all'Università la Sapienza di Roma la laurea ''ad honorem'' in Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale.
 
Il  4 dicembre,  presso la Sala del Senato Accademico dell’università degli studi di Roma La Sapienza, Università di Roma ha salutato  S.E. l’ambasciatore della repubblica dell’Azerbaigian in Italia prof. Vafiq Sadiqov,  che ha terminato il suo mandato quinquennale presso il nostro Paese. 





The First World War. Analysis and Interpretation vol. 2


This volume is the result on an international conference helt at Sapienza University of Rome in June
2014, which brought together scholars from different countries to re-analyse and re-interpret the events on the First Wolrd War, on hundred years after a young Bosnian Serb student from the "Mlada Bosna", Gavrilo Princip, "lit the fuse" and ignited the conflict which was to forever change the world.


Al di là delle trincee. Territori e architetture del Regno d'Italia al tempo della Prima Guerra Mondiale

Congresso internazionale. Roma 3-4 dicembre 2015. Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell'Architettura. Piazza Borghese, 9. Aula Magna

Defending Common EU Values - Towards a Political Integration

The roundtable discussion will focus on the changes occurring in the global international arena, highlighting the most important challenges Europe is to face in the future.

The event also aims to honour the memory of Prime Minister József Antall, who not only ensured that Hungary would follow a peaceful path to democracy and a market economy, but also governed the country towards the European Union with courage and foresight.

Venue: SIOI, 51 Piazza di San Marco, Rome

Programme:

1:45pm-2:50pm: Registration

3pm: Opening Remarks
- Franco Frattini, President of SIOI
- Péter Antall, Director of AJKC

3:30pm-5pm: Roundtable Discussion
- Michele Valensise, Secretary General of the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation of Italy
- Enzo Moavero Milanesi, Former Minister of European Affairs of Italy, Member of the Board of Directors at SIOI
- János Martonyi, Former Minister of Foreign Affairs of Hungary
- Szabolcs Takács, State Secretary for EU Affairs of the Prime Minister’s Office
- Moderator: Franco Frattini

5pm-5:10pm: Closing Remarks
- H.E. Péter Paczolay, Hungarian Ambassador to Italy

5:10pm-6:10pm: Coffee and Finger Food

*The language of the roundtable discussion is English.
*RSVP - stampa@sioi.org


Antonello Battaglia, Da Suez ad Aleppo. La campagna Alleata e il Distaccamento italiano in Siria e Palestina (1917-1921), Nuova Cultura, Roma, 2015

Il 26 gennaio 1915 alcuni reparti della quarta armata ottomana, comandati dal generale tedesco Kress von Kressenstein, attaccarono il canale di Suez. Iniziava la Grande Guerra anche in quello strategico scacchiere. In un primo momento gli Alleati organizzarono una difesa passiva del canale, limitata al respingimento degli attacchi nemici ma dopo la fine della fallimentare campagna di Gallipoli, per la quale l’Egitto era stato una base di fondamentale importanza, la difesa di quel settore divenne attiva. Nell’agosto del 1916, infatti, le forze Alleate si lanciarono al contrattacco, sbaragliarono le forze turco-tedesche in Sinai e giunsero alle porte della Palestina. Nella tarda primavera del 1917, arrivò a Rafah il Distaccamento Italiano composto di trecento bersaglieri e un centinaio di carabinieri reali. Gli uomini, guidati dal maggiore D’Agostino, presero parte alla terza battaglia di Gaza, difesero valorosamente il settore di Khan Yunis ed entrarono, a seguito del generale britannico Allenby, trionfalmente a Gerusalemme. Dal 1918 furono impiegati nelle retrovie in servizi di polizia, vigilanza dei depositi, presidio degli snodi ferroviari, smistamento e sorveglianza dei prigionieri.

Contestualmente agli eventi bellici, un’intensa attività diplomatica fece da sfondo all’azione del distaccamento. La vexata quaestio, alimentata dall’acceso spirito di competizione italiano nei confronti della Francia, riguardava l’ostinata volontà di Roma di tutelare i propri interessi in Palestina sostenendo la fine del protettorato transalpino in Terra Santa. Di contro, l’evidente ostracismo anglo-francese dovuto all’accordo segreto Sykes-Picot che, già nel maggio 1916, aveva decretato la spartizione di quella regione.



G. Motta, A. F. Biagini, The First World War. Analysis and Interpretation

This volume is the result of an international conference held at Sapienza University of Roma in June 2014, which brough
together scholars from different countries to re-analyse and re-interpret the events of the First World War, one hundred years after a young Bosnian Serb student from the “Mlada Bosna,” Gavrilo Princip, “lit the fuse” and ignited the conflict which was to forever change the world. The Great War – initially on a European and then on a world scale – demonstrated the fragility of the international system of the European balance of powers, and determined the dissolution of the great multinational empires and the need to redraw the map of Europe according to the principles of national sovereignty. This book provides new insights into theories of this conflict, and is characterized by internationality, interdisciplinarity and a combination of different research methods. The contributions, based on archival documents from various different countries, international and local historiography, and on the analysis of newspaper articles, postcards, propaganda material, memorials and school books, examine ideological and historiographical debates, the memory of the war and its most important contemporary and popular narratives, and the use of propaganda for the mobilization of public opinion, in addition to military, social, political, economic and psychological aspects of the conflict



La legione cecoslovacca in Italia e la Grande Guerra. Sapienza, 11 giugno 2015.

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Antonello Battaglia, L'Italia senza Roma. Manovre diplomatiche e strategie militari (1865-1870), Aracne, Roma, 2015


Il quinquennio 1865-1870 è uno dei periodi risorgimentali più densi di avvenimenti e ricchi cambiamenti.

In occasione della stipula della Convenzione di Settembre (15 settembre 1864), la diplomazia italiana si divideva sull’interpretazione degli accordi con il Secondo Impero.

 
Avvicinamento a Roma oppure definitiva rinuncia a quella che Cavour aveva proclamato “naturale capitale dell’Italia”? La Questione Romana e quella Veneta caratterizzavano le dinamiche di politica internazionale italiana in una fase storica in cui il Paese fronteggiava gravi problemi interni come il colera, il Grande brigantaggio, il dissesto finanziario. La Prussia fu la chiave di volta dei diplomatici italiani. Nel 1866 sconfisse l’Impero asburgico consentendo all’Italia, nonostante una campagna militare fallimentare, di annettere il Veneto e quattro anni dopo sbaragliò la Francia di Napoleone III, aprendo a Cadorna la via per Roma.

Complesse manovre diplomatiche e articolate strategie militari in una fase delicata della storia italiana, della storia europea.

 
Il volume, concepito come approfondimento nell’ambito del corso di Storia delle Relazioni internazionali, analizza le complesse vicende di politica internazionale italiana tra il 1865 e il 1870. Un arco temporale di cruciale importanza per la soluzione della vexata quaestio di Roma. Nel 1864 era stata siglata la Convenzione di Settembre con il Secondo impero, ma i movimenti sediziosi sobillati dai mazziniani ne minavano la stabilità. I documenti dell’AUSSME permettono di ricostruire i difficili rapporti tra il governo, Mazzini, Garibaldi e i diplomatici francesi all’alba del 1870, quando i rapporti italo-transalpini si deteriorarono a causa del mancato intervento di Firenze a fianco del capitolante Napoleone III.

 Antonello Battaglia svolge attività di ricerca presso il dip.to di Studi Giuridici, Filosofici ed economici, di Sapienza, Università di Roma e insegna Storia delle Relazioni Internazionali al dip.to di Studi europei, americani e interculturali dello stesso ateneo. È consulente storico dello Stato Maggiore della Difesa presso cui è referente dei giovani ricercatori italiani di storia militare. Collabora con l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, «Rivista Militare» e «Limes». È membro della Società Italiana di Storia Militare e del comitato di Roma dell’Istituto per lo Studio della Storia del Risorgimento Italiano.

Autore di vari articoli e saggi in riviste italiane e internazionali. Tra le monografie: Separatismo siciliano. I documenti militari, Roma 2015; Viaggio nell’Europa dell’est. Dalla Serbia al Levante ottomano, Roma 2014; Sicilia contesa. Separatismo, guerra e mafia, Roma 2014; La capitale contesa. Firenze, Roma e la Convenzione di Settembre (1864), Roma 2013; I rapporti italo-francesi e le linee d’invasione transalpina (1859-1881), Roma 2012; Il Risorgimento sul mare. La campagna navale del 1860-1861, Roma 2012.

Islam radicale, valori occidentali, finanza e nuovi assetti geopolitici

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Multiculturalism and State Building in Caucasus: the Azerbaijani Model


Lezione dottorale Multiculturalism and State Building in Caucasus: the Azerbaijani Model si terrà il 6 maggio 2015 alle 16-18 presso il Centro Studi sull'Azerbaigian, Palazzo Baleani.
La relatrice sarà la professoressa Irina Kunina del Baku International Multiculturalism Center.
 
 

Antonello Battaglia, Separatismo siciliano. I documenti militari, Nuova Cultura, Roma, 2015, p. 410


Il separatismo siciliano, seppur diverse volte evocato nel corso della storia dai moti insurrezionali, ebbe vasta diffusione e inquietanti sviluppi tra il 1943 e il 1950. Nella primavera-estate del 1943, alla vigilia dell’operazione Husky, venne fondato il Comitato provvisorio per l’Indipendenza, sedicente portavoce dei sentimenti del popolo siciliano. Grazie al vuoto politico e all’assenza di alternative, il nuovo movimento si pose come corrente antifascista di rinnovamento ottenendo il consenso di una popolazione affamata e stremata dalla guerra. Nel febbraio del ‘44, la riconsegna dell’amministrazione dell’isola alle autorità italiane e la partenza della Commissione Alleata, deluse le aspettative dei separatisti che agognavano la nascita di una repubblica indipendente. Nei mesi successivi, si affermò l’ala eversiva e venne costituito l’esercito indipendentista. Il governo intervenne impiegando divisioni dell’esercito tra azioni di rastrellamento e battaglie campali. Solo nel 1946 fu intavolata la trattativa segreta tra Stato e separatisti che avrebbe portato all’autonomia.

Il volume è la prima raccolta degli inediti documenti del Regio Esercito e del Servizio Informazioni Militare più significativi.

Verso un Consiglio di Sicurezza Nazionale italiano: per un efficace processo decisionale politico-strategico in risposta alle sfide del XXI secolo

L’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici,  La Link Campus University e il Centro Interdipartimentale di ricerche sulla cooperazione con l’Eurasia, il Mediterraneo e l’Africa sub-sahariana (CEMAS)  dell’Università “Sapienza” di Roma,  organizzano, per la prima volta in Italia, un convegno sul tema: 

       “Verso un Consiglio di Sicurezza Nazionale italiano: per un efficace processo decisionale politico-strategico in risposta alle sfide del XXI secolo”,

     che si terrà a Roma il 30 aprile 2015, dalle ore 9:30 alle ore 17:00 presso la presso la Link Campus University (via Nomentana 335, Roma). 

 

    Il convegno si prefigge di:  a) approfondire i motivi che rendono, per il nostro paese, sempre più necessaria l’istituzione di un organismo del tipo National Security Council sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio; b) elaborare una proposta, da presentare al decisore politico, di riorganizzazione dell’architettura decisionale di sicurezza nazionale con la creazione di un Consiglio di Sicurezza Nazionale (CSN) italiano.

 

     Il documento di impostazione del convegno e altre informazioni sono disponibili sul sito web dell’Istituto GinoGermani.

 

     Per informazioni e richieste di partecipazione contattare:  fondazionegermani@gmail.com

Lectio Magistralis



Il 12 marzo alle ore 16 in aula Senato Accademico il prof. Vittorio Strada terrà la lectio magistralis 
Esodo verso oriente, una città fatale tra due imperi



ASPETTI E MOMENTI DELLA PRESENZA EBRAICA NELL'IMPERO OTTOMANO E NELLA TURCHIA REPUBBLICANA

 
BAU Center of Eurasian Studies
ROMA, GIOVEDI’ 12 MARZO 2015
Ore 17.30
Palazzo Baleani – Corso Vittorio Emanuele II 244 – 00186 – Roma
Sala Spinelli (secondo piano)

ASPETTI E MOMENTI DELLA PRESENZA EBRAICA NELL'IMPERO OTTOMANO E NELLA TURCHIA REPUBBLICANA

Introduce: Antonello F. Biagini
Fabio L. Grassi - Tra ebraismo e turchismo: Moiz Cohen, alias Tekin Alp
Francesco Pongiluppi - La comunità ebraica italiana di Istanbul
Giuseppe Motta - L'esperienza umana e politica di Bensiyon Pinto

Seguirà Cocktail

Fino ad esaurimento copie, agli spettatori sarà donata copia di Bensiyon Pinto, My Life as a Turkish Jew, Istanbul, BAU, 2011.

Geopolitical reasons of the South Stream’s failure di Antonello Folco Biagini


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«South Stream is dead. For Europe there will be no other gas transit options to risky Ukraine, other than the new Turkish Stream pipeline».With these lapidary statement Alexei Miller, CEO of Gazprom, summed up the end of a project that, both for Italy and for Russia could assume a crucial geopolitical value and could be the seal of a strategic alliance between Eni and Gazprom. - See more at: http://www.geopolitica.info/south-stream/#sthash.Jb7jbwoV.dpuf
However, what variables occurred to disturb the frame of the 2007 agreement? The first is the crisis in Ukraine.The secession of Crimea and the civil war in the regions of Donetsk, Luhansk and Kharkivraised again the ghost of the Soviet power policy all over Eastern Europe and created difficulties for governments – like the Italian one –that entertained very good relationships with Moscow. Italy, as a result, had to align to the policy of sanctions against Russia, losing the flexibility in its relations with it. The second variable is the OPEC policy.
The organization, despite the collapse of oil prices, decided to keep the mining quotas at a high level, probably to drive American crude out of business.Its first result, however, was the damage of many producing countries, like Russia whose hydrocarbons exports account for 75% and represent about half of the state budget. The third variable is the result of the first two, namely the economic crisis.The interruption of the flow of western capital and goods and the global oil depression led to a strong devaluation of the ruble and to a reduction of the funds available in the coffers of the Federation.
The concrete consequence of this situation was the cutting of those projects, the most important of which was the South Stream that cannot be financed with market capitals but that have a geopolitical vision behind them.The weak demand of European markets, due to both the economic contraction and the subsidies for renewable energy, together with the absence of a concrete improvement in the volume of gas to be exported (and, therefore, in the relevant revenues), led the Kremlin to consider the project not economically sustainable and, consequently, to cancel it. Its raison d’être after all, was not to be found in the field of economics, but in that of geopolitics.
The South Stream would have meant the diversification of the routes of Russian pipelines to Europe and would have neutralized the blackmail power of Ukraine, whose political weight is partly due to the fact that its territory is crossed by the Soyuz and Bratstvo pipelines, supplying Russian gas to Central and Southern Europe.The final design of this strategy is clearer by linking the South Stream, which would have served Italy, to the North Stream, which, since 2011, has been supplying Germany and, indirectly, France.These two parallel routes would have reached the main consumers of Russian gas and probably decreased prices, bypassing unstable territories and weakening income positions.
If for Russia the decision to cancel the project represented a setback, what did it meanfor Italy?Let us leave on one side the direct economic damage, not yet fully quantifiable – even though the share of the Saipem, which would have carried out the installation of the pipes, has already lost half of its value – and take into consideration the political one. Italy remains the only major market of Russian gas still depending entirely on the transit of the pipelines in Ukraine and, therefore, depending on the stability of that country, on its relations with Moscow and on the relationship between this and a European Union where Russophobes governments are the majority (also because of the reckless foreign policy of the Kremlin).
These are three conditions on which, as demonstrated by the history of the last decade, it is not possible rely on.The elimination of the South Stream, however, having as its first objective the diversification of routes (source or supply ones), would have constituted a simple setbackin a different context situation (like that of early twenty-first century). Conversely, it might today assume the outlines of a real defeat because of the disorder that is engulfing the Mediterranean region.It must be added,indeed, to the civil war in Libya, whose pipelines still manage to ensure a part of the supplies agreed in the past, to the general instability affecting the Arab States and to the obstructionism “with no ifs and buts” of several Nimby movements that prevent the development of our country.
The hope is that there are no further changes blocking also the Trans Adriatic Pipeline from Azerbaijan, which, however, does not seem to be able to solve by itself the problem of our energy dependency.
- See more at: http://www.geopolitica.info/south-stream/#sthash.Jb7jbwoV.dpuf

L'Italia e la Libia. Un dibattito aperto

Mercoledì 25 febbraio 2015 ore 16
Link Capus University
Biblioteca "Francesco Cossiga e Guido De Marco.
Via Nomentana 335, Roma

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Diritto Internazionale umanitario e protezione dei civili nei conflitti armati. Il caso di Khojaly

Roma, mercoledì 25 febbraio 2015
ore 9,30-13

Senato della Repubblica Sala Capitolare
presso il Chiostro del Convento di Santa Maria a sopra Minerva

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Archeologia nella steppa

Una serie di istantanee sui temi della ricerca archeologica in Asia Centrale: la cultura funeraria degli antichi nomadi, la scuola pittorica nella regione di Samarcanda, le prime testimonianze archeologiche e figurative di popoli turcofoni.
Ricercatore in Archeologia e Storia dell’Arte dell’India e dell’Asia Centrale presso l’Università La Sapienza di Roma, Ciro Lo Muzio ha partecipato alle attività della missione archeologica italiana nell’oasi di Bukhara (Uzbekistan). Le sue ricerche sono prevalentemente orientate sulla trasmissione delle iconografie e, in generale, della cultura figurativa dall’India e dall’Iran all’Asia Centrale preislamica.


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