Il 26 gennaio
1915 alcuni reparti della quarta armata ottomana, comandati dal generale
tedesco Kress von Kressenstein, attaccarono il canale di Suez. Iniziava la
Grande Guerra anche in quello strategico scacchiere. In un primo momento gli
Alleati organizzarono una difesa passiva del canale, limitata al respingimento
degli attacchi nemici ma dopo la fine della fallimentare campagna di Gallipoli,
per la quale l’Egitto era stato una base di fondamentale importanza, la difesa
di quel settore divenne attiva. Nell’agosto del 1916, infatti, le forze Alleate
si lanciarono al contrattacco, sbaragliarono le forze turco-tedesche in Sinai e
giunsero alle porte della Palestina. Nella tarda primavera del 1917, arrivò a
Rafah il Distaccamento Italiano composto di trecento bersaglieri e un centinaio
di carabinieri reali. Gli uomini, guidati dal maggiore D’Agostino, presero
parte alla terza battaglia di Gaza, difesero valorosamente il settore di Khan
Yunis ed entrarono, a seguito del generale britannico Allenby, trionfalmente a
Gerusalemme. Dal 1918 furono impiegati nelle retrovie in servizi di polizia,
vigilanza dei depositi, presidio degli snodi ferroviari, smistamento e
sorveglianza dei prigionieri.
Contestualmente
agli eventi bellici, un’intensa attività diplomatica fece da sfondo all’azione
del distaccamento. La vexata quaestio,
alimentata dall’acceso spirito di competizione italiano nei confronti della
Francia, riguardava l’ostinata volontà di Roma di tutelare i propri interessi
in Palestina sostenendo la fine del protettorato transalpino in Terra Santa. Di
contro, l’evidente ostracismo anglo-francese dovuto all’accordo segreto
Sykes-Picot che, già nel maggio 1916, aveva decretato la spartizione di quella
regione.