Il separatismo siciliano, diverse
volte evocato nel corso della storia dai moti insurrezionali, ebbe vasta
diffusione e inquietanti sviluppi tra il 1943 e il 1950. La riconsegna
dell’isola, da parte degli Alleati, all’Italia e la decisa risposta dello Stato
inasprirono la lotta che tramutò nell’apertura di un
fronte interno tra il
Regio Esercito e i “guerriglieri” indipendentisti. I rastrellamenti e le
battaglie campali ridimensionarono l’eversivismo secessionista e fu intavolata una
trattativa segreta tra Stato e separatisti da cui scaturì l’autonomia
siciliana. Negli anni successivi l’isola fu governata, quasi ininterrottamente,
dalla DC ma nonostante il nuovo assetto politico, l’agognata crescita economica
non ci fu. L’autonomia, associata non di rado al federalismo, è al centro di un
ampio dibattito in una fase storica caratterizzata da una crescente sfiducia
nei confronti dello Stato e dalla nascita di movimenti che rivendicano
l’indipendenza. Come nel Nord Italia, anche in Sicilia iniziano a serpeggiare e
a ridestarsi timide simpatie filo-separatiste.
Antonello Battaglia, dottore di ricerca in Storia dell'Europa, insegna Storia delle Relazioni
Internazionali presso Sapienza, Università di Roma.
Tra gli altri volumi:
Il Risorgimento sul mare, Roma 2012;
I rapporti italo-francesi e le linee d'invasione transalpina (1859-1881); Roma 2013;
La capitale contesa. Firenze, Roma e la Convenzione di Settembre (1864), Roma 2013.